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Zwingli, Huldrych.

(o Huldreich o Ulric). Riformatore religioso svizzero. Fu avviato dal padre agli studi e alla carriera ecclesiastica. Dopo aver studiato a Berna e a Vienna, completò la sua formazione teologica e umanistica a Basilea (1502-06), e venne subito nominato parroco di Glarona. Qui si diede ad approfondire lo studio della Scrittura, leggendo il Nuovo Testamento in greco e accostandosi al pensiero umanistico di Erasmo da Rotterdam, col quale si incontrò nel 1515. In qualità di predicatore al servizio pontificio (fino al 1520 percepì una pensione papale), seguì i parrocchiani della sua città, arruolati nell'esercito pontificio, sui campi di battaglia di Novara (1513) e Marignano (1515), contro i Francesi. Nel 1516 fu nominato pievano al santuario di Einsiedeln, allora famoso centro di pellegrinaggi, dove cominciò, con una predicazione di tipo erasmiano, a esprimere pubblicamente i progetti di riforma della Chiesa che era venuto maturando negli anni precedenti. La sua fama di oratore gli procurò un invito da parte del capitolo della cattedrale di Zurigo, dove, a partire dal gennaio 1519, iniziò a commentare ordinatamente tutto il Nuovo Testamento in vista di un rinnovamento etico-religioso della vita cristiana, impegnandosi contemporaneamente in una dura polemica contro il reclutamento della guardia svizzera al servizio del pontefice, contro il culto dei santi, gli ordini religiosi degenerati, il purgatorio, ecc. Frattanto aveva preso nozione degli scritti di Lutero, e ne aveva sposato alcune tesi, in particolare il libero esame dei Vangeli e il rifiuto del papato, considerato un nemico del vero Cristianesimo. Sotto il suo ministero, a poco a poco Zurigo divenne un secondo centro d'irradiamento della Riforma, assai prossimo a Wittenberg. Nel 1520 il Senato cittadino ordinò per decreto che i preti predicassero unicamente su base scritturale, lasciando da parte le interpretazioni e le aggiunte; nel 1522 cominciò ad abolire dal culto le principali cerimonie cattoliche. Per incarico del Governo, che lo aveva invitato a confrontare le sue tesi in una pubblica disputa teologica, Z. espose il proprio pensiero in 67 sehlussreden ("proposizioni finali"), affrontando il contraddittorio con Johannes Faber, vicario generale del vescovo di Costanza (29 gennaio 1523). Faber però accettò di discutere solo l'ultima tesi, che negava l'autorità della gerarchia ecclesiastica, impostando così la disputa in maniera strettamente disciplinare. Il consiglio cittadino diede ragione a Z. e, dopo una seconda disputa pubblica (26-28 ottobre 1523), cominciò gradualmente a demolire gli ordinamenti cattolici della Chiesa zurighese, chiudendo i monasteri e destinando i beni ecclesiastici all'incremento dell'istruzione e all'assistenza dei poveri; per la giurisdizione matrimoniale venne istituita un'apposita corte. La messa e tutti i sacramenti cattolici vennero aboliti nel 1525 e sostituiti con il culto della parola e la semplice osservanza del battesimo e della cena. Una delle opere principali in cui Z. compendiò le proprie ragioni teologiche fu pubblicata nel 1525 col titolo De vera et falsa religione e dedicata a Francesco I. Contro gli elementi radicali ed estremisti (anabattisti, spiritualisti) Z. condusse una battaglia sul piano politico-dottrinale, frenando il movimento anabattistico quasi senza uso di violenza. Sotto la ferma guida del riformatore, anche Berna (1528), Basilea (1529) e, successivamente, Costanza, Biel, San Gallo, Mülhausen, Sciaffusa e Strasburgola, passarono alla Riforma, mentre i cinque cantoni cattolici (i cosiddetti cantoni rurali) insieme con Friburgo e il Vallese si allearono sotto la protezione di Ferdinando d'Asburgo. Si venne alla guerra, terminata con una tregua che però fallì, causando la ripresa delle armi; durante la battaglia di Kappel, nell'autunno del 1531, Z. trovò la morte (Wildhaus, Toggenburg 1484 - Kappel, Zurigo 1531).
Ritratto di Huldrych Zwingli